Parto la mattina presto in direzione Bangkok (once again!), sono di nuovo abbastanza malandato...tanto che quando arrivo alla frontiera ho quasi il timore che mi facciano dei test antimalaria ancora. Va tutto liscio, passo la giornata sul minivan fino a sera, quado finalmente arrivo a Khao San. Ancora una volta resto colpito dalla città anche se in maniera totalmente opposta dalla mia prima visita. Allora rimasi colpito dal suo essere orientale, ora rimango colpito dalle sue autostrade, grattacieli e dal suo essere occidentale rispetto i paesi visitati nell'ultimo mese.
Siccome mi sento superdebole decido di ritentare con un dottore. Finisce che non parla inglese ed è la segretaria a tradurre. Mi vuole fare un'iniezione di zuccheri e vitamine ma rifiuto e opto per semplici pastiglie vitaminiche e tachipirina a cui nei giorni successivi aggiungo un antibiotico anti-sinusite. In Italia non prendo mai niente in genere ma qua devo dire che il fisico è sottoposto a stress abbastanza intensi. La sera passeggio in giro, c'è un sacco di vita, molto più che a ottobre; il grosso dei turisti arriva infatti in questa stagione.
Dopo una notte di meritato riposo passo la giornata a passeggio (in cui noto i casini politici che colpiscono la città in questi giorni) e parto la sera successiva per Chiang Mai, nel nord, again, dove ho appuntamento con qualche amico per sviluppare alcuni piani. Dormo malissimo sul bus che spara aria condizionata a palla..e arrivo la mattina dopo le solite 11 ore a casa di Jesse ed Elana (incontrati precedentemente a Pai e Vientiane), che mi ospitano nel loro appartamento (thank you so much guys :D). Crollo e dormo altre 4 ore.. dopodichè andiamo a fare colazione-pranzo al "Blue Diamond", uno dei migliori posti in città. Mangio di tutto: caffè, cornetto marmellata, omelette con verdure e pancake banana e cioccolata. Spendo un totale ma ne vale la pena.. Per puro caso incontro nel locale anche Charles, uno dei ragazzi di Pai, con cui avevo appuntamento in giornata per discutere il da farsi. Scartiamo l'idea del trekking fai da te nella giungla e decidiamo invece di lanciarci, tempo qualche giorno, in un tour motorizzato di tutto il nord (il loop del cosidetto "golden triangle", chiamato così per l'estesa produzione di oppio presente nella zona).
Passo due giorni in città a rifocillarmi a dovere e riposarmi in casa. Mi sembra di rinascere, un lettone comodo tutto per me e acqua calda nella doccia..una casa vera! Grazie a Jesse ed Elana mi godo tantissimo il posto, mi fanno conoscere il quartiere universitario, davvero una figata e senza i soliti backpackers.. mi introducono inoltre a tanti ragazzi occidentali che come loro vivono qui lavorando un pò da remoto e un pò arrangiandosi. Mi prendo coraggio e decido addirittura di farmi tagliare i capelli da una loro amica finlandese. Sento tanti racconti di chi abita qui, mi incuriosisco parecchio su come sia la vita da espatriato. In definitiva posso dire che si può vivere con 120 euro di affitto (monolocale senza cucina) più i soldi per il cibo, che è di circa 5 euro al giorno se si mangia thai. Fate voi i conti... Inoltre la città è veramente vivibile, non caotica, e grazie all'università c'è anche un clima studentesco interessante. Aggiungete la cultura, la cucina, lo stile di vita rilassato thai, ed il fatto che i dintorni sono fantastici da visitare e potete forse capire il perchè molti giovani si stabiliscono qui. Essere in contatto con chi ha fatto questa scelta mi fa capire che non è poi così complesso se lo si vuole davvero (insomma non è poi il classico sogno-incubo "mollo tutto e scappo"). Da segnalare è il mercatino di cose handmade sempre nel quartiere univ; i prezzi sono molto alti ma il tutto, compresa l'atmosfera chic hipster, mi ricorda molto Bologna..mi sento quasi a casa :D Passo i pomeriggi in giro a cercare vestiti pesanti in vista del prossimo viaggio..il clima qui è differente rispetto al sud; diciamo che è come da noi a fine settembre - inizio ottobre con l'aggiunta del cielo grigio perenne. Compro guanti, berretto, sciarpa e camicia.
Atmosfera bolognese... |
Una serata, per cena, la passo in una pizzeria viste le ottime reviews. Il locale è gestito da un giovane ragazzo thai che quando scopre che sono italiano mi chiede di tutto sulla pizza che ho mangiato...se il pomodoro è troppo dolce, se è sottile al punto giusto, pareri sul formaggio ecc.. La pizza non è male anche se non posso dire che sia la tipica pizza che si trova da noi. Finisce che gli do qualche dritta su un pò di prodotti italici e mi fa assaggiare il tiramisu (ottimo) per capire se è vendibile o se è una ciofeca. E' bello vedere tanto entusiasmo e una costante volontà di migliorarsi nel proprio lavoro...rimaniamo in contatto, chissà che non abbia bisogno di una mano in futuro lol.
Arriva la fatidica giornata della partenza.. Charles è già partito e ci siam dati la punta a Payaho, a circa 3 ore di guida da Chiang Mai. Affitto a tempo indeterminato sto benedetto motorello, un 100cc manuale che mi ricorda un Garelli potenziato con tanto di cestino per la spesa (!). Pensare che devo farci l'intero tour del nord del paese mi fa quasi ridere :P Il primo giorno scorre liscio, freschino ma solo qualche goccia di pioggia. Mi becco a Payaho con Charles come previsto. Il posto mi ricorda un qualche paese sul lago Trasimeno; molto simpatico ma tutto sommato con poca vita. Giorno due partiamo verso nord, sui monti che dividono Laos da Thailandia senza bene in mente di dove andare a finire.
Aglieah! |
Impressioni di settembre |
Passiamo qualche ora infelice dentro un supermercato dove imparo come stanno le cose qui: mai andare in un supermercato in Thailandia. I prezzi sono esorbitanti e il cibo è di qualità inferiore (quantomeno a gusto) rispetto quello che si trova in strada. Nei paesi occidentali il supermercato è come un livello intermedio tra consumatore e produttori mentre qui è un canale parallelo; il grosso della gente è collegata direttamente ai prodotti della terra senza passare per intermediari. Superata la disavventura si riparte... non si smette mai di salire; il panorama sui monti è spettacolare. Guidiamo per parecchio, riusciamo a raggiungere prima di sera un paesino abbastanza atrezzato chiamato Phu Chi Fa, quasi 1700m di quota. Il clima è quasi pienamente invernale, di notte fa parecchio freddo mentre di giorno è freschello e umidissimo a causa delle nuvole a bassa quota. Scopriamo che il posto è famoso per i panorami che offre sulle colline circostanti; la sua alta quota permette infatti di osservare un effetto detto "sea of mist", in cui le colline fanno capolino tra il mare di nuvole sottostanti. Scaliamo quindi la vetta, tutto mi ricorda l'Eremo di Carpegna in inverno..lontanissimo da casa eppure così vicino. L'atmosfera è mozzafiato ma ci sono sin troppe nuvole per godersi il panorama.
Eremo di Carpegna o Phu Chi Fa? |
No, decisamente non può essere la Carpegna.. |
E da qui inizio il freddo power |
Ripartiamo verso nord; da questo momento in poi il viaggio comincia a essere davvero tosto e freddo a causa delle continue piogge. Arriviamo la sera successiva a Chiang Khong, paese di frontiera in cui ero già passato per andare in Laos. Gli ultimi 20km li facciamo sotto l'acqua battente; una volta arrivati mi rendo conto che l'equipaggiamento è un disastro..ma in un modo o nell'altro riusciamo a rimediare vestiti relativamente asciutti per il giorno successivo. La sera andiamo in un bar con un sacco di Thai su di giri, si unisce a noi un ragazzo che ci offre birre a nastro, tnx mate :)
La follia! |
Finalmente pronti verso l'ultima tappa nordica ma manco il tempo di partire che Charles buca la ruota. Rimedio un tuk tuk e carichiamo il motorello su di esso fino al meccanico più vicino. Ci rimediamo di nuovo; partiamo verso il punto più a nord del viaggio: il golden triangle. La strada è una merda, piena di buche e sterrati ma quantomeno costeggia il Mekong. All'arrivo non è che ci sia chissà cosa da vedere: un mini museo dell'oppio e quantomeno una vista sui tre stati, ossia Laos, Myanmar e Thailandia.
3 nazioni in una foto. We did it!!! |
Ci dirigiamo al volo verso Chiang Rai, finalmente a sud. Il tempo tiene botta per un pò anche se mi rendo conto che in questa regione è molto più freddo che a Chiang Mai; il clima sembra quasi come quello illustrato nelle carte da parati dei ristoranti cinesi: cielo plumbeo e nuvole basse. Sulla mappa, a 30 km da Chiang Rai, notiamo una sorgente termale; presi dall'entusiasmo prendiamo la deviazione e ci fermiamo. Effettivamente è una figata, tutto free e acqua strabollente..più che benvenuta dopo giorni e giorni di freddo. Il problema è che, una volta ripartiti, al buio, ci riprendiamo un altro di quegli acquazzoni da far paura..50 km di acqua :( Il fisico ricomincia ad accusare, mi riprendo solo con la zuppa serale.
White Temple di Chiang Rai. Da rimanerci. |
Ultimo giorno di viaggio si ritorna a Chiang Mai; i primi 150 km fatti a manetta visto che il tempo e la strada sono buoni. Ma ecco che quando sei pronto a cantare vittoria, a soli 70 km dall'obiettivo, ti si buca la ruota. Ok... con qualche bestemmia e l'aiuto di un meccanico locale si riparte ma ormai la frittata è fatta. Il tempo si è rifatto nero e, infatti, in cima al valico prendiamo uno sbarello d'acqua. Ci ripariamo nel bosco 15 min, Charles è pessimista e decide di continuare sotto l'acqua battente..io resto sotto l'albero sperando che passi. Insomma ci salutiamo così: con un in bocca al lupo e una pacca sulla spalla! Dopo altri 15 minuti non migliora e decido di partire.. fortunatamente dopo 20 km, a quote più basse il tempo cambia e, grazie al clima mite di Chiang Mai, passo da mollo mollo passo a umido andante. Spingo a manetta il motorello fino a Chiang Mai, non ne posso più, sono allo stremo delle forze :V Chiamo Jesse che fortunatamente è in casa, mi presento da lui completamente mollo per una doccia calda e risistemare lo zaino. Finisco per rimanere con loro un'altra nottata, stare in questa casa è una cura incredibile :) Metto ad asciugare tutti i panni e la sera ne approffittiamo tra l'altro per andare a vedere un incontro di Muay Thai in cui partecipa tra l'altro un tedesco espatriato qui, na macchina da guerra.
Muay |
E concludo qui, quasi 1000km sul mitico Garelli...probabilmente risulta un pò noioso da leggere il riassunto di un viaggio del genere. Inoltre si può avere l'impressione che sia stata un'esperienza negativa vista l'acqua presa. In realtà un viaggio del genere ti regala un sacco di libertà, di momenti in cui stare con te stesso, di panorami e di musica polleggiata in cuffia. Il cambio climatico rispetto al sud, per quanto traumatico, non è negativo. Con la testa e con il corpo mi sento più in sintonia con questa sorta di inverno low-power rispetto ai 30-40 gradi del sud.