lunedì 28 ottobre 2013

Day 17 - 19 - Ko Freakin Tao

Inizio la mattina facendo colazione con i ragazzi, ci si saluta e mi rimetto in moto in solitaria verso l'isola di Ko Tao. La traversata è veloce: dura solo un paio d'ore. Già sulla nave mi accorgo che la macchina fotografica ha lo schermo perennemente nero (e iniziano i danni..), tuttavia funziona ancora. Pure l'ipod è mezzo rotto, non capisco se è il controller delle cuffie o altro..ma lasciamo perdere.
Ko Tao è un'isola abbastanza piccola, la si esplora velocemente. E' molto famosa per essere La Mecca dello Scuba Diving..è incredibile il numero di scuole che ci sono sull'isola. Inoltre Ko Tao ultimamente sembra aver rubato lo scettro a Ko Panghan come meta dei pellegrini con lo zaino.

Paninazzi al porto

Appena arrivo inforco uno scooter e parto con zainone e corredo alla ricerca di un buon posto per dormire: missione fallita, mi sistemo solo per la prima notte in un ostello scrauso. In poche ore ho già esplorato tutte le strade principali..per me questa è un'operazione fondamentale da svolgere: costruirmi dei punti di riferimento mi fa sentire meno estraneo al posto in cui mi trovo. Tuttavia mi rendo conto che ripartire ancora una volta da zero in termini non solo di luogo ma anche di compagnia è quantomeno un pò deprimente. Tuttavia sono ben preparato a questo, anche se inizio a sentire la voglia di trovare un posto in cui stabilirmi per più tempo. Vedremo.
Mattina seguente colazione con super torta (il mio corpo sente sempre più il bisogno di cibo solido potente..il cibo thai non mi sfama, è un tipo di dieta troppo differente dalla mia) e a seguire direzione Freedom Beach,. La spiaggia è carina..inizio finalmente a fare un po di snorkeling serio.


Non contento mi dirigo anche a Coral Bay in compagnia di una coppia di inglesi conosciuti per strada. E qui noto in lontananza un'isoletta chiamata Shark Island (nome incoraggiante..), non saprei dire la distanza ma sento una scarica di adrenalina che mi conduce inevitabilmente a tentare la traversata. Saluto gli inglesi, carico tutto l'equipment nella borsa isolante e parto a nuoto. A metà traversata, in mare aperto senza visibilità del fondale, iniziano a venire i pensieri da paranoia (e se arriva uno squalo lol?). Tuttavia so che se ti fai prendere dal panico sei spacciato. Dopo circa 30min (di cui solo max una 20ina in mare aperto) raggiungo l'isola.

La traversata vista da Shark Island!!

Punto di approdo. Ma..ma..quella è una capanna!
La felicità di essere, anche se solo per poche ore, l'unica persona su un'isola mi pervade :) Noto subito un paio di capanne, una a livello del mare e l'altra a metà altitudine, figata! Il posto è tuttavia molto impervio, i massi sono enormi e difficilmente aggirabili. Decido di circumnavigare l'isola a nuoto e trovare un passaggio per le capanne. La prima la conquisto facilmente ma è solo una struttura aperta.

Capanna 1 conquered

Mi avvicino alla seconda capanna, completa di tetto, finestre e cazzi vari. Per raggiungerla c'è una scala in bamboo che mi sembra però molto vecchia e scassata.

Capanna 2. Mi sembra di essere nelle serie di LOST...

Provo a salutare ma non risponde nessuno...tento il bamboo ma troppo rischioso, la roccia sottostante è totalmente liscia nel caso in cui dovesse cedere. Decido di provare l'arrampicata in un passaggio laterale. Trovo un percorso quasi agibile ma comunque molto rischioso senza corda (infatti mi rimane un pezzo di roccia in mano..). Devo dire che l'aver fatto arrampicata quest'estate mi ha reso più pazzo ma sicuramente più conscio dei miei mezzi. Alla fine mi tocca rinunciare anche all'arrampicata, il percorso presenta passaggi in cui si è in equilibrio con un solo punto di appoggio e non voglio/posso correre rischi in un posto del genere da solo...
Cazzo c'è in sta capanna del piffero??? Un eremita? Un Buddha? Un tesoro? Questa cosa mi perseguiterà a lungo!!! Terminata l'avventura rinuoto a Ko tao dove mi rendo conto che la borsetta isolante ha fallito miseramente il suo unico compito: tenere asciutte le cose. Bestemmio neanche tanto...ma cellulare e fotocamera completamente andati. Risaluto gli inglesi e parto in preda ai morsi della fame in un locale vegan segnalato sulla mappa. Il posto, "Avalon Teahouse e Vegan Kitchen", isolatissimo nella giungla, è una treehouse gestita da una ragazza inglese. Mi mangio un buon burger di fagioli ed un the fatto con un erba che ricorda il limone. Mi viene data una dritta anche su un bungalow dove dormire a basso costo: "The Earth House".
La struttura è un piccolo insieme di bungalow in bamboo nella giungla con annesso bar. Prendo una capanna..è davvero basica, non ha manco la serratura, ma molto pittoresca, praticamente è come dormire all'aperto. Doccia all'aperto con acqua fredda ovviamente. Il bar si rivela essere frequentato quotidianamente da un gruppone di ragazzi finlandesi che fanno spola continuamente tra l'isola e la madrepatria. Ci beviamo qualche birrozza ogni sera. Resto due notti.
Nella capanna mi fanno compagnia due gatti che vengono spesso a trovarmi oltre a qualche formica e geco. Per il resto è abbastanza sgombra da insetti (zanzariera è d'obbligo però per non beccarsi la Dengue). E' bello notare che più passa il tempo e più mi sento a mio agio nella natura tropicale. Ecco qualche foto con la webcam del netbook, mi sono giocato tutti gli altri miei supporti tecnologici.

Playing with my cat
The hut!
Le due serate le passo con alcune delle ragazze del gruppo di Ko Phangan che ritrovo qui! La seconda sera si mangia all'ottimo "Taste of Home', cibo di derivazione germanica, dove ci viene offerto anche un Bailey's casalingo. Le mie voglie di cibo occidentale purtroppo costano..mangiando per strada (cosa che comunque faccio quasi sempre) si spende meno di un terzo rispetto ad un ristorante qualsiasi, anche se si mangian sempre le stesse cose...non è Bangkok questa. Tento anche il gelato al cocco in un baracchino locale: non c'è niente da fare, è una ciofeca ghiacciata rispetto al gelato italiano.
Concludo dicendo che l'isola è una Ko Phangan con forse un pò più verve e fondali migliori. Ci sono inoltre tantissimi espatriati che qua hanno un attività (dove lavorano però con orari molto più rilassati che in europa...) o sono nelle scuole sub. E' inoltre incredibile quanto sia facile ritrovarsi tra amici in quanto è molto piccola, dopo tre giorni ero già perfettamente a mio agio ovunque.
Ah dimenticavo, ho capito che prima della fine del viaggio avrò distrutto tutto quello che ho con me! :)

giovedì 24 ottobre 2013

Day 12 - 16 - Ko Phangan

Si cambia rotta! Si passa dal mare Andaman al golfo della Thailandia, sull'isola di Ko Phangan. Ad aspettarmi alla traversata c'è un forte maltempo..è il monsone che torna ad imperversare da queste parti.
Purtroppo la presenza di questo permane per tutta la durata della mia tappa, quindi non posso dire di essermela goduta al 100% anche se non ha piovuto così spesso, è solo che manca il sole :V
L'arrivo al molo è subito da delirio: i taxi pronti in batteria vengono presi d'assalto, e siccome il modo in cui si è disposti a sedere mi ricoda quello di una camion militare aperto, sembra di assistere ad una scena di "Salvate il soldato Ryan"..
Direzione Haad Rin, luogo in cui tra qualche ora mi attende il famigerato Fullmoon Party, una delle feste di questo tipo più grandi al mondo. Incotro le ragazze, ci dirigiamo dopo qualche ora over there.
Mi faccio dipingere la faccia da un ragazzo che è già più in la che di qua (bel disegno, bravo) e giù in spiaggia. Incontriamo anche Gerry e consorte, altro ragazzo di Riccione con cui passo la giornata successiva.
Ad aspettarci sono un km di locali sulla spiaggia. C'è chi parla di 25000 persone ma secondo me sono di meno visto che ci si riesce anche a ritrovare tra la folla ogni tanto. Riesco a ribeccare pure i ragazzi francesi!!
La serata mi parte storta con un forte mal di pancia ma verso le 5 mi passa e riesco a godermi quindi la parte migliore della festa.
Che dire del Fullmoon: come festa non è male anche se la maggiorparte dei locali suona roba troppa commerciale per i miei gusti (anche se ogni tanto sparano qualche chicca techno stravecchia). Dovrei provare l'Halfmoon o altre feste di derivazione che sono più dure e pure.





Rimaniamo in spiaggia fino le 10-11 di mattina sotto il diluvio per poi finire a dormire sul pavimento della camera delle ragazze un paio d'ore. Su suggerimento di Gerry prendiamo un bungalow al "bar" che si rivela essere il "Rainbow treehouse", il posto più polleggiato mai visto.
Situato sulla costa sud di Ko Phangan il locale è un insieme di bungalow sulla spiaggia con adiacenti alcune strutture abitative dei gestori ed il famoso bar. Il tutto mescolato con un aria contadina data dalla presenza di numerosi polli e galli che razzolano liberi. Il centro di gravità è il bar, una grossa struttura in legno rialzata sulla spiaggia in cui ci si rilassa sulle amache ascoltando reggae e mangiando ottimo cibo.
In questo famoso bar finirò per passarci varie mattine, pomeriggi e sere...quasi tutto il mio tempo sull'isola...è troppo bello. Sembra di stare in una comune più che in una sorta di "resort".




Il primo giorno lo passo in coma a recuperare dal Fullmoon..il giorno dopo Gerry scappa già a Bangkok mentre io decido di restare al bar. Affitto uno scooter, mi sparo una bottiglia di gasolio e parto direzione giungla a cercare delle fantomatiche cascate.

Banane e gasolio


L'isola è grandina, io sono nella costa sud che è quella che ospita i bungalow "da battaglia" e le feste. Detta così può sembrare una merda, in realtà a differenza di altri posti si respira ancora un aria molto fricchettona con il turismo di massa non ancora arrivato.
La costa ovest è quella con i resort, quindi la meno interessante. Le rimanenti due coste sono quasi completamente selvagge e destano ovviamente la mia attenzione. Ma ritorniamo al motorino... non sto a elencare tutte le cose viste in due giorni ma posso dire che le cascate non sono niente di che :)
Cosa da segnalare è la guida nella giungla dell'isola: da paura a dir poco. Le strade interne, tutte sterrate, sono ridotte ammerda dopo le piogge, tocca fare degli slalom allucinanti tra solchi profondi anche 20-30 cm, gudare acquitrini e altro.. Prima di partire avrei detto di non voler guidare in condizioni così, ma qua i pericoli ti sembrano totalmente secondari rispetto ai benefici e divertimenti che se ne traggono. Vivere quà è cosi, ogni giorno si presenta un nuovo ostacolo, una paura o comunque una caratteristica del nostro "essere occidentali". Dipende solo da noi il volersi adattare o meno.
Rinunciare ad adattarsi significa non godersi nemmeno il 50% delle cose che ci sono qua. Ad esempio rinunciare al motorino sarebbe come togliermi l'ossigeno, bloccato in un posto a dipendere dai taxi. E, seguendo la stessa logica, una volta che hai il motorino come fai a non andare in esplorazione nei posti più selvaggi??

Guidare in ste condizioni è francamente stancante!!

Ganesha and is proud son

Il tempo non passato sul motorino lo passo al bar. Qua mi aggrego a molti ragazzi anglosassoni a matrice principalmente sudafricana. Chiaccherate infinite in due serate stupende, le più belle da quando sono arrivato in Thailandia.



Sono veramente al top dell'umore... un pò mi piange il cuore a lasciare Ko Phangan e a lasciare il bar...per ora il posto che mi sono goduto di più. Non sono le spiagge ne l'acqua ne le feste a rendere quest'isola speciale..ma è l'atmosfera spontanea e verace che ancora si respira. Sarà che sono stato molto fortunato con la sistemazione trovata ma ho passato dei momenti indimenticabili.

Miss u bar!!!

Voglio riportare un pò di info tecniche sparse:
- Dopo una decina di giorni sono riuscito a stabilizzare la spesa totale a 25 euro al giorno (1000 baht). Diciamo un 25% per la camera, 25%-35% cibo + cagatine + poca birra, 40-50% trasporti/escursioni. E' facile arrivare a 35 euro se si inizia a bere o fare acquisti.
- Gli italiani non esistono quasi. Ne avrò incontrati si e no 2-3 in 2 settimane se escludo quelli che in qualche modo conoscevo già!!! Questo perchè il fenomeno dello zaino in spalla da noi non è diffuso (anzi si è considerati degli svitati..). Ma la vera tristezza è pensare che invece a Pukhet e Pattaya di italiani è pieno. No comment!!!

domenica 20 ottobre 2013

Day 9 - 11 - Krabi Province


Buongiorno Italia.
Ne abbianmo abbastanza di Ko Phi Phi e del suo turismo "only party". Purtroppo il giorno della partenza mi sveglio con febbre e mal di pancia allucinante...deve esser stata l'acqua di quella baia inquinata cazzoboia.
Sono in coma ma decido comunque di lasciare l'isola, anche perchè la stanza in cui sono è uno schifo. Ci dirigiamo a Krabi Town, un paese sui 25 mila abitanti sulla terraferma. Grazie alla sua posizione decentrata rispetto la costa Krabi non risente del turismo selvaggio visto finora. C'è quasi la classica atmosfera da paese con l'aggiunta di qualche ostello e locale dall'atmosfera molto chilled (reggae e old rock ovunque). Manca solo la sagra della trippa e dello strozzaprete.
Mi fermo al Pak-Up hostel, davvero ottimo, in cui resto a riposare tutto il giorno. Oltre il malessere fisico mi deprime il fatto che non riesco a vivere appieno il viaggio come vorrei. Primo momento di down vero. Questo giorno in realtà mi è stato molto utile ancora una volta per riflettere e ricordarmi quali sono le mie priorità.
Seguendo questa ottica decido per i giorni seguenti di seguire al massimo i miei istinti avventurieri che stanno sempre più venendo fuori, inventando in autonomia il da farsi. D'altronde dopo tanto tempo passato insieme ad altre persone giorno e notte un pò di solitudine vera è quello che ci vuole.
Mattino seguente parto con gli antibiotici e inizio a limitare la quantità di cibo thai sperando che il mio stomaco ringrazi. Mi sento subito meglio, mi dirigo in un panificio segnalato su tripadvisor (Maharat Bakery) in cui mi sparo colazione all'italiana seguita da superpanino olandese ottimerrimo. Nell'interno del negozio si vedono filoni di ogni tipo appena sfornati, come mi mancava il pane..! Conosco il proprietario, un espatriato olandese venuto in viaggio 20 anni fa che ha deciso di stabilirsi qui. Parliamo parecchio, mi racconta molte cose sulla vita di paese e sugli espatriati; mi dice inoltre che nel suo negozio non capitano mai turisti se non per sbaglio.

Yummi!!!

A stomaco pieno ragiono meglio (o peggio..dipende dai punti di vista): decido di affittare uno scooter per 3 euro; non mi chiedono manco la patente. La guida qui è sul lato sinistro ma divertentissima e gestibilissima. Dopo un'estate passato a fare slalom nel traffico riminese il caos thai non mi sembra chissà cosa. Parto a razzo in direzione giungla, seguo la cartina e mi dirigo a delle cascate termali a 50 km da Krabi. Lungo la strada capisco meglio lo stile di vita rurale, le persone vivono in capanne di legno, lamiera o cemento ai bordi della strada. Tanti hanno una sorta di baracchino in cui vendono frutta o similia, polli e cani mi attraversano la strada di continuo.

Driving in the jungle

Nel traffico sorridono tutti, suonano il clacson senza infamarsi, anzi, si salutano pure! Sembra un altro pianeta dalla stressatissima Italia. Incontro ogni genere di mezzo, bambini e donne mi salutano di continuo manco fossi Mick Jagger. Ecco le terme:



Glu glu

La sera conosco un altro ragazzo francese che mi racconta molto del nord della thailandia, di quanto sia rilassata e economica rispetto al turistico e costoso sud. Mi da qualche dritta anche sulle isole: capisco che oltre il classico circuito "turistico" è possibile andare in delle isole apparentemente offlimits in cui sono presenti solo tende e strutture governative...basta prenotare sul sito dei parchi nazionali. Questa notizia potrà sicuramente tornarmi utile.

Saluto definitivamente i ragazzi, in partenza per il Fullmoon party. Io decido invece di restare ancora a godermi questo posto e poi decidere. Giorno dopo visito il tempio "Tiger Cave", 1237 scalini (!!!) fino alla cima di una montagna in cui si trova un Buddha gigante sornione a darti il benvenuto.

Stairway


Dopo sta sfacchinata prendo il taxi in direzione mare (Ao Nang) e da li barca verso un istmo di terra circondato da montagne (Railay), famoso per il free climbing. Il posto è bellissimo ma ancora una volta vedo degrado e monnezza dove costruiscono nuovi resort. Pure l'acqua fa una discreta puzza.. Ma non si rendono conto che stanno devastando dei posti meravigliosi??? Tra 10 anni tutte le isole saranno "imbrigliate" dal turismo di massa, che vede nuovi resort e spa andare a sostituire i vecchi ed economici bungalow.
Dalle mappe vedo un'interessante laguna all'interno sopra un monte. Prendo il sentiero nella giungla, che si rivela per la mia felicità una bellisima via ferrata nella giungla con dislivelli quasi da arrampicata. Mi mangio le mani per essere solo con le infradito!!!! Continuo imperterrito, sento lo spirito di Diego con la lumaca in bocca vicino a me, arrivo in una sorta di grotta stupenda e da li però comincia una fanga incredibile. Sono felicissimo, capisco che questo genere di cose è quello che voglio in questo momento da questo viaggio, morale alle stelle! Continuo ma scivolo nella melma: ciabatte inutilizzabili!!! Procedo a piedi nudi ma mi rendo conto che devo fare ancora 100 m di dislivello nella fanga per raggiungere la laguna. Torno indietro per non compromettere i piedi (la parte più importante del corpo quando si viaggia..), tento di camminare con le ciabatte ma si distruggono dopo poche scalate. Le abbandono e vado scalzo. Torno in ostello a piedi nudi e ricoperto di fanga. Gran giornata!


Fuckin steep

Oh shit!
La sera vado in un ristorante gestito da un italiano, mi sparo uno gnocco ai 4 formaggi, che bontà!!!! Incontro qui una coppia di ragazzi di Ravenna. Marco mi racconta la sua storia: è partito dall'Italia in bicicletta a febbraio con un amico e sono da allora in viaggio (e non hanno ancora terminato..). Questa si che è una cazzo di avventura!! Chi fosse interessato lascio il link: www.magiobiketour.com .
La sera sono in crisi: non so se andare l'indomani a Ko Panghan per il Fullmoon party o in qualche isola più selvaggia. Non ho troppa voglia di festazza, ne ho abbastanza da quest'estate pazzesca. Alla fine opto comunque per Ko Panghan in quanto tutti mi hanno detto che è comunque un isola stupenda e da un'atmosfera ancora originale. Vado senza aver prenotato un cazzo (tutto pieno tanto) sperando di incontrare le ragazze italiane che sono la da qualche giorno e smollare lo zaino da loro per il Fullmoon (grazie girls :D). So gia che i prossimi giorni saranno una bella mazzata tra insonnia e spostamenti.

Concludo: le giornate a Krabi me le sono godute davvero parecchio. Quando si viaggia da soli è facile incontrare tante persone interessanti, ognuna con una propria storia da raccontare.


mercoledì 16 ottobre 2013

Day 6 - 8 - Koh Phi Phi

Eccoci qua, arrivato a Koh Phi Phi! Il viaggio è supereconomico: solo 15 euro per piu 12 ore di bus e traghetto incluso. Peccato che il bus non ti porti diretto al traghetto...costringono a cambiare mezzo per 3 volte, avendo a che fare con agenzie viaggi locali ogni volta. Insomma un delirio.
All'arrivo siamo devastati, anche se la vista dell'isola, un paradiso perduto, ci ricarica da bestia. Appoggiamo gli zainoni e ci dirigiamo prima a pranzo in un ristorante indiano (ottimo il naan con le cipolle) e poi  al mare per un bagno nella prima spiaggia che troviamo, Lok Dalam Bay, un porto naturale con una vista magnifica. Acqua torbida ma caldissima, da noi non è cosi manco a fine luglio. La spiaggia è semideserta, infatti qua è ancora bassa stagione in quanto fino poco tempo fa diluviava ogni giorno a causa dei monsoni. Questo comporta una certa instabilità climtica ma meglio così che con l'isola strapiena di gente.
Parte quindi il dovuto giretto esplorativo: notiamo che il paesino è minuscolo e totalmente dedicato al turismo. Gli unici negozi presenti sono ristoranti, locali, pensioni, negozi vari (tattoo shop ovunque) e centri massaggi (col ping pong finale facoltativo..). I prezzi dei beni sono più alti di almeno un 50% rispetto a Bangkok ma fortunatamente riusciamo a risparmiare sulla sistemazione (circa 6 euro a notte). Geograficamente il paese è l'unico centro abitato dell'isola ed è stato costruito al suo centro, tra le due baie principali, in quanto unico punto pianeggiante. Il resto dell'isola è formato da colline molto ripide e ricoperte di giungla.
Curioso il fatto che non esistano strade: si gira solo a piedi. Meno curioso il fatto che il paesino fu totalmente spazzato via dallo tsunami del 2003.


Vista dalla camera (una bettola incredibile circondata di zanzare):


L'isola è sicuramente un gioiello ma osservando con attenzione si può notare un fortissimo degrado dovuto alla massiccia presenza umana in un posto con così poco spazio e risorse. Nel mezzo del paese scorre infatti
quello che è a tutti gli effetti un fiume di merda che finisce inevitabilmente in una delle due baie (dove abbiamo fatto il primo bagno..) inquinandola pesantemente. Anche la giungla, che sembra a prima vista incontaminata, in realtà nasconde un sacco di piccole baraccopoli in cui vivono i thai che lavorano qui (l'ho notato perchè mi sono perso in escursione).
Premesso questo posso dire che tuttavia l'isola è ancora molto godibile e meno sviluppata delle altre.


La sera ci dirigiamo nuovamente sulla spiaggia, in cui sono presenti diversi locali notturni dall'estetica esotico/hippie molto interessante (ricordano molto il malindi di Cattolica). Purtroppo la musica è uno schifo e il turista medio è il ragazzo anglosassone di 22-23 anni che viene per fare baracca.. Comunque gli unici veri fricchettoni qua sono alcuni dei thai che lavorano in certi negozi.
Stupendo lo spettacolo dei fire-players..mai vista roba cosi: fanno dei numeri allucinanti (purtroppo non ho foto dei momenti migliori).



Il secondo giorno è un pò frustrante..infatti se non riempio totalmente la mia giornata di cose i tendo a diventare ansioso hehe. Vado in esplorazione nella giungla e finisco al viewpoint da cui ho potuto ammirare forse il tramonto più bello della mia vita. Pranzo e cena entrambi a base di ottimo curry verde e rosso con tofu e verdure. Ecco tre momenti del tramonto come appaiono con la mia camera (no post effect come per tutte le foto).







Terzo giorno ci mettiamo daccordo con una taxiboat che ci porterà in giro per tutte le isolette dei dintorni senza stare con tutti i turisti. Le tappe sono le due piccole Bamboo Island e Mosquito Island. A seguire la famosa Koh Phi Phi Leh, l'isola in cui hanno girato il film "The Beach" e per finire la spiaggia delle scimmie. Che dire... i posti son talmente belli da togliere il fiato.
Peccato davvero poterci stare solo poco tempo. Avevo proposto ai ragazzi di rimanere a dormire a Phi Phi Leh in sacco a pelo (con loro gradimento a mia sorpresa) ma scopriamo che è vietato e rinunciamo.

Bambo island, acque cristalline:



Mosquito island, good for snorkeling:





Ko Phi Phi Leh, laguna fuori di testa:



Spiaggia scimmie:



Conclusioni su questa isola: è stata sicuramente un'esperienza figa tuttavia molto turistica... A Bangkok era diverso, li potevi notare molti spaccati della società e della cultura thai. Ma forse in fondo va bene cosi, vieni in capo al mondo e non vai a vedere posti come questi? Ho in previsione diverse isole, quindi di turismo ne vedrò parecchio... Andiamo avanti nelle giornate e vediamo se i tratti di quello che cerco da questo viaggio sono solo un'illusione che vive nella mia testa.

PS: sto spendendo troppi soldi, devo eliminare le birre serali.

domenica 13 ottobre 2013

Day 4 - 5 - follow the flow

Terzzo intervento, scritto durante una notte insonne passata su un bus verso Ko Phi Phi dopo una serie di notti brave.

Trascorro una mezza giornata in compagnia di un classico signore italiano a Bangkok per lavoro.
Invita me e le girls ad andarlo a trovare nel suo super hotel lussuosissimo per pranzo e bagno in piscina.
Le girls declinano, io non sapendo bene cazzo fare vado, più per cortesia e curiosità (e vedemoselo sto hotel da 300 euro a notte) che per altro. Diciamo che sono spinto dal concetto: "free food is free food" hehe..mi sento quasi un pò un Freegan.



Drinkello, pranzo e bagno in piscina.. mi rompo i coglioni velocemente..e sinceramente a stare qui non mi sento a mio agio. Me ne vado a vedere questi famosi mega-mall presenti nel centro nuovo bangkok (di solito io sto nella città vecchia). Qui gira l'alta borghesia thai, ci sono un sacco di ragazze dall'aspetto curatissimo e con la pelle bianchissima, simbolo di bellezza qui. Ancora una volta mi rompo i coglioni, mi sembra di stare alle Befane in versione gigante...e poi pure le cose costano quasi come da noi.. Compro solo dei fazzoletti e me ne vado. Fuori trovo un traffico pauroso, vedo fino in fondo l'onda lunga dell'aberrante mostro chiamato capitalismo asiatico.



Bene, questo pomeriggio è stato utile per sottolineare dei concetti che già sapevo ma che mi ha fatto bene vivere per rimanere sempre con il timone nella giusta direzione: ho zero interesse nella ricerca della comodità, ho zero interesse per l'occidentalizzazione dell'asia. Odio la bangkok nuova quanto amo quella vecchia.
Quasi come per contrappasso positivo incontro in ostello dei ragazzi con cui mi trovo immediatamente sulla stessa frequenza. Due ragazzi francesi, Jon e Surya, entrambi chitarra in spalla. Il primo
ha viaggiato dalla Francia all'India su un camion, il secondo è maestro di chitarra classica e ti passa da un flamenco ad un banjo style senza batter ciglio (incredibile quanto somigli a te, caro Beppo Bappo!!!).
In compagnia di loro trovo anche una coppia, Charles e Laura, rispettivamente francese e olandese, entrambi molto alla mano e ospitali. In ostello si conoscono un sacco di persone ma solo con pochi ci si sente poi davvero a proprio agio. Andiamo a bere insieme e dopo poco mi ritrovo in un'agenzia ad unirmi a loro in direzione Ko Phi Phi per il giorno dopo. Così è come deve essere, inutile pianificare mesi prima cosa fare, meglio seguire il flusso degli eventi. A volte senti la scintilla e capisci che è la cosa giusta! Serata passata in vari locali (come sempre) tra cui finalmente il reggae bar dove un Surin un pezzo in la finisce per mangiarsi anche uno scorpione. Eccoli in fila (ancora sani): Laura, Charles, Jon,  Surya.



Si finisce con massaggio Thai alle 5 di mattina per strada e ho occasione anche di salutare la Virgi e la Roby con cui dovrei ribeccarmi più avanti. A presto ragazze!!
Prima della partenza girello e ci fermiamo a mangiare in un chiosco Jappo serissimo. Per soli due euro ci danno un pranzo completo...e dal sapore migliore dei più blasonati ristoranti jappo di casa nostra. Miso strabuono... Sti cazzi!




Ultimo appunto, ma non per importanza: proprio un paio d'ore prima di partire incontro per strada a Bangkok una mia cara vecchia amica delle scuole medie. Dire che queste coincidenze sono da rimanerci a bocca aperta è dire poco!!!! Peccato non avere avuto occasione per fare una birra insieme.

Saluttt

giovedì 10 ottobre 2013

Days 2 - 3 - tuk tuk galore

Dopo un primo giorno passato a recuperare dal jet lag (la sera comunque sempre festazza hehe) e successiva mattina a riprendersi da troppa birra Chang (ottima!) raccolgo le mie due travel buddies, Virginia e Roberta e iniziamo a girare. Visitona al palazzo reale, e già parte un "sti cazzi!". Veramente fantastico... c'è poco da dire, va visto! Unico inconveniente l'aver dovuto indossare l'abito di Kung Lao (mortal kombat = http://i1.ytimg.com/vi/4YXE4HmAMU8/hqdefault.jpg) che faceva un caldo mortale...



Decidiamo di dedicarci allo ciopping come dicono i thai. Andiamo nella zona nu2ova, abbandono le donne ai loro abiti e preso da famaccia mi dirigo verso delle bancarelle diverse dal solito. Scopro che per due settimana è il festival del cibo vegetariano (che qulo) ed in effetti trovo cose interessanti. Mangio una specie di panino (di riso?) morbido ripieno di non so cosa e una zuppa tutto funghi strapiccante.



Incontro un fortune teller indiano che mi dice che sono una brava persona ma ha farfugliato qualcosa su donne e sogni che non ho capito. Comunque mi sgancio dicendogli che non ho un baht.. Decidiamo di tornare a casa in tuk tuk ma c'è un traffico pazzesco... l'autista farfuglia qualcosa in inglese stentato... noi capiamo che deve fare un paio di fermate per lui... Noi rispondiamo "va bene" visto che ci fa il prezzo buono. Errore della vita... ci porta in tutt'altra zona della città in un negozio di Armani tarocco dove vogliono farmi una camicia a tutti i costi. Li smonto anche a loro dicendogli che non ho soldi con me (sembra funzionare..). Si decide a portarci indietro...ma quando sente che noi stiamo parlando di un posto da visitare per il giorno successivo impazzisce di nuovo...e ci porta da un suo amico di un agenzia viaggi... inizia il nervoso! Riprende verso casa... incontra un tizio su un altro tuk tuk e ci smolla a lui!!! Noi esterefatti... dopo un po salta fuori che pure lui ci vuole fare vedere un negozio... al che mi son davvero incazzato e rinuncia... ci spariamo un ora di smog puro tra scorregge, sputazzi e dita nel naso del nostro driver :)



Giorno 3 decido di farmi una camminata a cazzo, scopro che con 3 baht (meno di 10 cents) posso attraversare il fiume e vado in una zona non turistica. Ancora una volta mi ritrovo in un dedalo di stradine e mercati strapieni di gente. Mi infilo in un tempio e piano piano mi rendo conto piano piano di essere l'unico occidentale dell'intera zona. E' bella la sensazione di sentirsi "off the beaten track" ma allo stesso tempo mi sento gli sguardi addosso e mi rendo conto che per non passare da solito turista cazzone è necessario uno sforzo di integrazione, di conoscenza della loro cultura e anche un abbigliamento più adatto. Ovviamente non sono cose che si possono ottenere in 3 giorni...vediamo che piega prenderanno le cose prossimamente. Torno nelle vie del quartiere, come in tutta Bangkok anche qui è strapieno di bancarelle, ma in maniera più genuina. In queste tre foto spero di trasmettere l'atmosfera che ho tentato di spiegare nel post precedente.





Facts:

- l'80% delle vie di bangkok è ricoperto di bancarelle sulla strada. Non c'e discontinuità tra i garage e i banchetti stessi...la vita sociale qui si svolge nel mercato. In confronto le città italiane sembrano delle tombe.

- la religione buddista è fortemente sentita ed in maniera molto genuina dalle persone. Molti negozietti hanno un piccolo shrine per il buddha, altri appendono collanine di fiori. Pure il tuk tuk scorreggione si è fermato da un ambulante a comprare una collanina..pregando in mezzo al traffico.

- l'inglese è quasi sempre inutile se non in ostello o nella zona centrtale di khao san. Feel the pain.

- la città vonta di cibo. Il problema è che non riconosco il 95% delle cose presenti sulle bancarelle... non riconosco nemmeno le verdure quando le vedo intere... è tutto completamente diverso... e non è facile lanciarsi considerando che sono vegetariano e che nessuno parla inglese.