lunedì 20 gennaio 2014

10/01/14 - 14/01/14 - Varanasi e Bodhgaya

Mollo Kolkata per iniziare il mio viaggio verso ovest. Prima destinazione Bhodgaya, il luogo più sacro del buddismo in quanto qui il Buddha ha trovato l'illuminazione. Giusto una mezza giornata credo, mi sono reso conto di non essere troppo inavasato di templi e meditazione tutto sommato... Parto col treno notturno, che da fuori fa un po vagoni per il bestiame... ma in realtà dentro ci sono almeno 5-6 categorie di "comodità". Esclusi i posti a sedere (atroci per un viaggio del genere..vedi la gente che si ammazza per prendere i posti migliori) io sono nella classe più economica. Ho una cuccetta piccolina e superbasica ma tutto sommato funzionale..sono da solo con Indiani qui, zero turisti. Gli spostamenti sono completamente differenti dal super organizzato sud est asiatico. Laggiù è tutto a misura di turista, incluso nel biglietto hai spesso anche gli amici per la destinazione successiva :)
Nonostante la mia nuova coperta da true-barbone il viaggio è freddissimo a causa dei finestrini mezzi aperti..maledetto biglietto low cost. NOTA: per le donne in solitaria prendere un mezzo come il treno è un suicidio. Pensavo fossero eventi rari gli importuni mentre invece ho sentito ragazze che mi hanno raccontato di esperienze poco piacevoli in prima persona.
Ma continuiamo: arrivo alle 5 della mattina col buio pesto e circondato dalla solita folla ti taxisti che vogliono anche il mio sangue..e mo??? Mi infilo su un rickshaw che mi porta a destinazione, 15 km notturni su un ape Piaggio (ebbene si..ma approfondiremo un'altra volta questo aspetto) con musica technotamarra indiana e coperta tirata su fino ai denti. Incontro scene di povertà varie, vacche, falò per le strade con gente che si scalda. Un trauma che non dimenticherò tanto facilmente. Arrivo a Bodhgaya ed è ovviamente tutto chiuso...anche se di li a poco un gruppo di monaci tibetani inizia una litania fantastica in vista dell'alba. Trovo un baracchino aperto e mi riscaldo a forza di Chai (ancora vestito con la coperta..). Mi sfottono pure gli indiani.

One nation under Chai
Una volta sbucato il sole inizio a riprendermi.. mi dirigo nel luogo principale, il tempio di Mahabodhi, patrimonio dell'umanità. In giro è pieno di monaci, guru, santoni e gente comune (leggi cinesi) proveniente da ogni parte dell'Asia. Ognuno ha il proprio stile e vestito particolare. Il tempio è un enorme monolita circondato di varie cose sacre legate agli apprendimenti ed alle settimane di permanenza del Buddha qui. Effettivamente c'è parecchia potenza in questo posto. Vengo avvicinato da un paio di monaci dello Sri Lanka che mi fanno da Cicerone con un inglese quasi inesistente. Finisce che mi chiedono di comprargli il vocabolario inglese-hindi per il loro monastero..declino gentilmente ma gli lascio un'offerta: sono due bravi guaglioni. Continuo la giornata girando per le strade, intorno è pieno di templi di ogni cultura asiatica, dal giappone al myanmar. Ci sono più bancarelle e "santini" qui che a Lourdes :P

Monks from all over the world reunion
Prenoto un pullman per Varanasi, una delle città più antiche al mondo ancora abitata, per le 5 del pomeriggio. I templi mi interessano poco, passo la giornata mangiare.. pessima idea considerato che il viaggio in pullman si rivelerà un tormento. Conclusione: arrivo alle 2 di notte a Varanasi malato (leggi dissenteria). Secondo assalto di taxisti, mi dicono di sapere dove è la guesthouse che mi è stata suggerita da un'amica. Grave errore... mi ritrovo per un'ora sotto la pioggia, su un ape rotto, a girare a vuoto in dei vicoli tetri minuscoli colmi di m****a (le mucche sono ovunque e piove). Mi faccio smollare in una guesthouse a caso, litigo col tassista che non ha il resto. Sono incazzato nero e malato, la camera fa schifo e non c'è nemmeno l'acqua nel bagno. E sti cazzi!!!!! E qui ritorna il campanello "l'India non è la Thailandia"... ho voluto fare di testa mia, cioè un viaggio a tappe serrate senza ricordarmi che in India il motto è "Shanti Shanti", ossia una sorta di "vai calmo". Inizio a pensare forse questo paese sia troppo anche per me..qui anche il sopravvivere sembra un'avventura azzardata..tuttavia sono convinto che si tratti appunto dell'aver voluto far troppo di testa mia. Giorno successivo mi sposto nella famosa guesthouse dove riincontro Heidi. Adesso capisco perchè i tassiti non conoscono questo posto..più che una guesthouse è uno squat, un palazzo occupato. Occupo anche io una stanza; l'ambiente è anche interessante, tanti artisti, ma resto solo una notte..a livello igienico siamo sotto zero, è pieno di cani randagi che cagano ovunque..ma il vero problema è che stando male necessito di un bagno in camera, non su un altro piano :) Alternativamente vanno via la luce e l'acqua; finisco anche per bruciarmi parecchi capelli con una candela...fortunatamente è l'ultimo della serie di eventi down.

Squat the world!
Maledetti cani... di giorno pacifici e di notte peggio di lupi alla conquista della città
Ma andiamo avanti... quando non sono in camera a riprendermi (in una diversa guesthouse dalla precedente) sonoo allo "Shiva cafè", la roccaforte dei pochi ragazzi occidentali in città. Passo ore a bere Chai in compagnia e mangiare di tutto. La vita serale è inesistente, massimo alle 10 sono in camera. Anzi, girare la sera non è molto piacevole.. Nota: niente alcool in città, le birre sono costose e quasi introvabili se non in pochi spacci. Per il resto mi ritrovo spesso a passeggiare per la città vecchia e per i ghats, ovvero le scalinate che danno sul fiume Gange, in cui la gente vi si immerge. Dopo i primi giorni inizio finalmente a entrare maggiormnente in sintonia con la città e con quello che rappresenta. E' facile fermarsi alla superficie, allo scivoloso sterco di mucca, alla monnezza imperante, ai mendicanti, ai venditori che ti salutano e cercano di fregarti, ai continui importuni (impossibile camminare per i fatti propri in India) e alle tante altre cose che fanno storcere il naso o innervosire. Serve uno sforzo non da poco per andare oltre e riuscire ad apprezzare un mondo e un modo di concepire la vita e la morte che nella nostra società moderna ci sono alieni. Come ho già ricordato Sembra di vivere nel passato remoto, o forse in una dimensione parallela in cui il progresso spirituale ha ancora la meglio su quello materiale, anche se ovviamente il Dio Denaro e il "mito" americano-occidentale sono, anche qui, sempre dietro l'angolo.

Shiva Cafè, l'oasi in città... Tutti i cafè con prodotti da pasticceria  si danno l'appellativo "German Bakery". Non mi sembra che in germania facciano chissà che roba bho! 
Varanasi baby
:)
Già durante il primo giro noto un paio di cose "particolari": un Sadhu tantrico (una sorta di stregone nero che fa dei numeri strani..non sto a dilungarmi) che se ne va in giro con un teschio umano e, di maggiore impatto, la sequenza di pire funerarie che si svolgono lungo il fiume. Bisogna sapere che molti indiani vengono a Varanasi a morire proprio per il suo status di città sacra in grado di purificare l'anima. E' davvero una sensazione indelebile quella data dall'osservare queste pire, respirare corpi che bruciano, vederne gli arti.. 

One ghat
Life on the ghats
La religione è sicuramente uno dei pilastri di Varanasi ma non è l'unico. Ogni mattina mi sveglio con qualche melodia nelle orecchie, si sentono sempre vocalizzi, arpeggi, tamburi, preghiere islamiche (alle 17 se non erro) e canti indù (alle 19). E' qui che Ravi Shankar è nato ed è sempre qui che i Beatles studiarono il sitar (a quanto dicono..). Quasi tutti gli occidentali presenti studiano un qualche strumento. Anche io, avendo da tempo la fissa per il sitar, inizio a prendere qualche lezione con un maestro (3 euro all'ora). Per quanto questo sia il posto giusto per l'acquisto di strumenti decido alla fine di non comprare il sitar, troppo delicato come compagno di viaggio. Rimedio invece da un liutaio una buona chitarra a 45 euro che spero di rivendere prima di tornare (e rimediare un sitar possibilmente).


Passo qui 5 notti, decido infine di spostarmi perchè non ho intenzione di rimanere ancora a lungo nelle grandi città..ho bisogno di posti rurali, semplici, in cui è possibile con più facilità fermarsi e vivere esperienze nuove da cui imparare qualcosa. Passo una serata a studiare la guida e decidere la prossima mossa...ho sempre il pallino dell'Himalaya ma alla fine come al solito i piani si stravolgono.. rimango a bocca aperta guardando le foto del Rajasthan per cui è la che decido di dirigermi! See u soon!


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