sabato 30 novembre 2013

20/11/13 - 26/11/13 - Phnom Penh e Kampot


Lascio Don Det la mattina presto in direzione Phnom Penh, capitale della Cambogia. Saluto tutti i ragazzi in quanto essi sono diretti in Thailandia. 
Avendo notato i prezzi alti dei biglietti dei bus (tipo quasi 30 dollari per la capitale) cerco il più possibile di andare al risparmio; il trick che vorrei fare è il seguente: comprare un ticket solo fino al confine (4 euro), pagare i 30 dollari necessari per entrare al checkpoint in Cambogia e una volta superato cercare un mezzo di trasporto locale da li. In realtà i locals sanno il loro fatto meglio di me, infatti a carte ormai scoperte capisco che il viaggio conclude DOPO il confine e non prima. Questo significa che è il tour operator che si prende in gestione il mio passaporto e i miei soldi (inutile dire che il tasso di cambio kip-dollaro che mi operano è una merda..). Fortunatamente conosco anche io qualche trick da italiano (lunga da spiegare.. :P) e per ripicca riesco a non pagare i 4 euro del biglietto fino al confine. Tuttavia non è finita qui..al confine scopro che non c'è assolutamente nulla nei dintorni, nessun paese, nessun bus locale, nessun ATM (bancomat). Mi ritrovo senza soldi (volevo tirar giù direttamente i dollari senza passare per un'agenzia di cambio) e senza biglietto nel nulla :V. Tuttavia il gruppone di altri ragazzi è ancora li sul loro super bus VIP..mi informo e scopro che c'è ancora posto. Inoltre mi ricordo di avere 10 euro di scorta nello zaino che mi salvano il culo. Mi accordo per pagare 10 euro subito e il restante (10 dollari) una volta giunti a destinazione. Lo so, tra dollari, euro e kip è un bel casino...inoltre, non contenti, in Cambogia usano il "Rial" in parallelo col dollaro..quindi significa che i pagamenti vengono fatti in maniera mista, rendendo ogni volta un macello il calcolo. Voglio aggiungere che anche se non ci fosse stato il bus una soluzione in questi posti la si trova sempre; appena vedono un occidentale si inventano di tutto pur di fare due soldi in più :)

No man's land, bye bye Laos
Finalmente si parte! Dopo appena qualche km la strada diventa uno sterrato pieno di buche. Inizialmente penso che nn può essere la strada principale questa ma poi mi ricredo..e si continua così fino quasi la capitale, parecchie ore dopo. Il fatto è che nell'intero stato le strade asfaltate sono pochissime e quasi solo nei centri cittadini. Sul bus conosco Reyhan, una ragazza tedesca che lavora nel mio stesso settore e con cui faccio una lunga chiaccherata sulle prospettive lavorative post-viaggio. Escluso il magone iniziale da lavoro parlandone mi rendo presto conto che sto cominciando a vedere le cose, non solo quelle legate al lavoro, con una prospettiva diversa, molto più "carpe diem / memento mori" rispetto prima. Potrei raccontare un sacco di situazioni che prima potevano preoccuparmi e che ora mi fanno sorridere. Un viaggio così ti porta ad affrontare parecchi limiti, blocchi mentali, paure che pensi di avere...per poi accorgerti che sono fatti di burro, si sciolgono al sole dell'Indocina. 
Arrivo a Pnhom Penh la sera, facendo la doccia nella vasca sfondo quest'ultima con un piede. Ma è di carta??? La mattina decido di telarmela presto prima che se ne rendano conto e magari me la facciano pagare. Passo la giornata successiva a camminare per tutto il centro storico. In particolare mangio in un ristorante italiano (buone le linguine al pesto ma più aglio e pinoli perdio! :) ) in cui ho l'opportunità di scambiare qualche parola con due signori espatriati, uno genovese e uno sardo, riguardo l'Italia e la vita qui. Vengo a sapere dell'alluvione in sardegna...la prima notizia sull'Italia dopo due mesi.


Durante il giorno Pnhom Penh non mi sembra molto diversa da Vientiane (la capitale del  Laos) se non per un maggiore livello di caos derivante principalmente dagli onnipresenti e scassacazzo tuk tuk. Nonostante ciò un certo livello di inquitudine diffuda lo si respira..ho visto un paio persone mutilate dalle mine ad esempio. Ma è di sera la città rivela completamente la sua faccia nascosta. In alcune strade ci sono diversi mucchi di mondezza e purtroppo, per quel poco che ho visto, non poche persone a rovistare tra essi. Inoltre nei dintorni dei locali della zona turistica si possono notare diverse guardie private, il che significa che le
voci sui livelli di criminalità di questo posto sono tutt'altre che infondate. La cosa più triste è stato il ritrovarmi di fronte una bambina di quattro anni a chiedermi l'elemosina. Dopo una giornata passata a rifiutare proposte di tuk tuk di ogni tipo, almeno 100-200 durante tutto il giorno...uno stress incredibile, l'istinto mi porta a declinare l'elemosina. Ma neanche il tempo di girare l'angolo e avere il tempo di riflettere che mi viene un magone incredibile. Sono tornato in ostello con gli occhi di quella bambina in testa tutta la sera. Quello che ho notato finora mi fa almeno in parte comprendere cosa questo popolo deve aver passato fino neanche 15 anni fa. Il genocidio di una nazione, operato dal governo dei Khmer Rossi di Pol Pot verso il suo stesso popolo per più di 20 anni, i bombardamenti a tappeto USA e l'invasione vietnamita... Di solito scrivo il blog parecchi giorni dopo aver vissuto i fatti ma questo paragrafo l'ho scritto la sera stessa per ricordarmi in futuro le sensazioni negative provate. Decido di lasciare la città il giorno seguente ma mi segno che, in caso di un secondo transito, una visita ai campi di sterminio è d'obbligo.
Il 22 nov raggiungo il paesino di Kampot, una ridente cittadina vicino la costa che porta ancora molti segni dell'influenza francese. Appena giunto mi rendo conto che l'atmosfera è molto più rilassata che nella capitale; è una Chiang Mai in miniatura. Ci sono tantissimi 50-60enni occidentali atti a cazzeggiare tra bar e ristoranti e parlare la sera nei pub di onde elettromagnetiche e antenne (!!!). Indubbiamente questo posto ha un certo fascino, si respira aria da siesta perenne..e alle 21 tutti a letto :) Mi stabilisco al Naga House, nel dormitorio in bamboo per 2 euro e mezzo a notte.

Carcere francese,  ridente cittadina :)
Espresso bar, so goood!
Il 23, giorno del mio compleanno, sono carico abbestia. Inforco uno scooter senza targa e giro tutta la mattina alla ricerca di una fantomatica caverna che non trovo..anche avendo una mappa delle strade principali è praticamente impossibile orientarsi..la segnaletica è completamente assente e i locali non parlano inglese.. anche quando parlano qualche parola ti dicono "vai a destra" e fanno cenno con la mano di andare a sinistra.. mi è successo diverse volte! Cambio meta e mi dirigo nel parco nazionale di Kep. Stavolta lo trovo, mi sparo 3-4 ore di onesto trekking in scioltezza. Troppo in scioltezza...senza badarci troppo la mia mano scambia un lucertolone (un'iguana forse?) per un tronco. Mi cago un pò addosso.. fortunatamente il bestiolo non ha reagito. Il problema è che la giungla sembra totalmente identica ai boschi italiani per cui è facile abbassare il livello di attenzione.

Lovely
Nemmeno il tempo di finire il percorso che viene giù un nubrifagio che dio comanda. Aspetto che passi il peggio e inzuppato fradicio vado a vedermi il paese di Kep, nulla di che, molto turistico. Tuttavia, visto che sono tornato sulla costa dopo un mese di entroterra, ne approfitto per farmi un bagno al tramonto. Percorro in condizioni pietose i 25 km della statale Kep-Kampot, una fottuta trappola mortale al buio senza fari.

Survived, fuck!!!

Tipica strada di campagna. E io che mi lamentavo delle condizioni delle strade Thailandesi..
Sopravvivo e torno in ostello in cui ritrovo anche Reyhan, giunta da Rabbit Island. Essendo sabato riusciamo anche a festeggiare il mio compleanno in un clima quasi da club (thanks Rey!) :)
Le giornate successive sono un alternarsi di cazzeggio puro, passati tra amache e bar, ed esplorazione in scooter. Per quanto riguarda il cazzeggio c'è da segnalare l'incredibile bar "Espresso", cibo assurdo e migliore caffè dell'Asia. Nell'ultimo mese ho pure messo su alcuni chili a forza di strafogarmi.

Best muesli of my life... Espresso rocks!
Per quanto riguarda l'esplorazione riusciamo invece ad arrivare in diversi posti: la fottutissima caverna, le saline, i campi di pepe (uno dei migliori al mondo). Come ogni viaggio che si rispetti il bello non è tanto l'arrivo ma quanto il viaggio stesso..ecco quindi alcuni scatti dei meravigliosi bambini incontrati lungo le strade di campagna.





Kampot, per quanto a prima vista dia l'idea che non ci sia un cazzo da fare, è sicuramente stata una delle mie tappe preferite. Mi rendo conto che sta diventando davvero difficile spiegare in un blog quello che sto vivendo, sempre più intenso e in simbiosi con il posto in cui sono. Spero che almeno con le immagini riesca a trasmettere quello che non riesco con le parole, che si fermano ad una mera descrizione dei fatti (scusate ma non sono un romanziere :v).  Inoltre devo dire che la scelta delle tappe è azzeccata: il sud della thai prima del nord è un'ottima idea.. e così come il Laos e la Cambogia dopo la Thailandia. L'impatto con la cultura e la povertà è graduale e ci si riesce a godere ogni posto. Andare nelle isole della Thailandia dopo aver visto il resto è parecchio deludente.
In questo ultimo periodo comincio a sentire seriamente la mancanza degli affetti, della mia vita "precedente" e DEL CIBO italico che cerco di sostituire rimpinzandomi in ogni modo. Strano a dirsi.. mi mancano anche alcuni aspetti della Norvegia e di quel sentimento di nostalgia invernale perenne. Riflettere, riflettere! :)

With Reyhan!

Good finale

Nessun commento:

Posta un commento